Incentivi Industria 4.0: come funziona

Negli ultimi anni le aziende stanno vivendo una necessaria trasformazione dei propri processi. Ci si sta muovendo verso una nuova rivoluzione industriale: l’industria 4.0 (fino a l’anno scorso, ora Transizione 4.0).
Lo stato italiano, per favorire questo sviluppo ha deciso di mettere a disposizione degli incentivi per le aziende, sotto forma di benefici fiscali (come per esempio il credito d’imposta per investimenti in beni strumentali, il credito d’imposta in ricerca e sviluppo, innovazione tecnologica, design e ideazione estetica e il credito d’imposta per la formazione 4.0).

Andiamo a vedere cosa si intende per Transizione 4.0, gli incentivi destinati alle aziende, le caratteristiche necessarie per poterli ottenere e come fare per richiederli.

Cos’è l’industria 4.0

Quando si parla di industria 4.0 (ora Transizione 4.0) cosa si intende?

Diamo una definizione:
L’industria 4.0 è il processo evolutivo che trasforma l’industria e i processi industriali utilizzando l’applicazione della tecnologia per incrementare la produttività degli impianti, migliorare la qualità dei prodotti e le condizioni di lavoro e allo stesso tempo creare nuovi modelli di business con nuove posizioni lavorative.

Tutte quelle scelte strategiche che ti permettono di digitalizzare e rendere tecnologici i tuoi processi fanno parte della transizione 4.0.

Cosa la rende diversa dall’industria 3.0?
La principale differenza deriva dall’utilizzo di sistemi cibernetici nella produzione e nell’utilizzo di intelligenza artificiale in ogni aspetto e processo aziendale (da quello produttivo a quello della gestione del personale).

In questo momento se ne parla tantissimo perché il governo ha messo a disposizione fondi e sgravi fiscali per quelle aziende che vogliono mettersi al passo coi tempi ed investire in questo ambito, rendendo la propria realtà smart e tecnologicamente avanzata.

Quali sono i requisiti per poter partecipare ai bandi e poter usufruire dei bandi?
Andiamo a vederlo nel prossimo paragrafo.

Requisiti incentivi industria 4.0

Ogni azienda che vuole beneficiare dei bonus messi a disposizione dal Ministero dello sviluppo per l’industria 4.0 (ora Transizione 4.0) si chiede quali siano i requisiti da rispettare per poterli richiedere.

Andando a controllare sul sito del ministero, si può notare che ogni vantaggio fiscale richiede requisiti diversi, per cui andiamo a vedere caso per caso.

Credito d’imposta per investimenti in beni strumentali

Questo credito d’imposta serve per supportare le aziende che decidono di investire in beni strumentali nuovi, materiali o immateriali che essi siano, strettamente legati però (come dicevamo precedentemente) alla trasformazione digitale dei processi produttivi ubicati ovviamente nel territorio dello stato italiano.

Quali sono i vantaggi di questo bonus?

Sul sito del ministero dello sviluppo si può leggere:

“Per i beni strumentali materiali tecnologicamente avanzati si potrà usufruire del:

  • del 40% del costo per la quota di investimenti fino a 2,5 milioni di euro;
  • del 20% del costo per la quota di investimenti oltre i 2,5 milioni di euro e fino al limite di costi complessivamente ammissibili pari a 10 milioni di euro;
  • del 10% del costo per la quota di investimenti tra i 10 milioni di euro e fino al limite di costi complessivamente ammissibili pari a 20 milioni di euro.”

In questo caso la discriminante è la quantità di denaro investita dagli imprenditori per attuare la trasformazione digitale dei propri processi produttivi, e la percentuale del credito d’imposta viene scaglionato in 3 sezioni.

“Per i beni strumentali immateriali tecnologicamente avanzati funzionali ai processi di trasformazione 4.0 si potrà usufruire del:

  • 20% del costo nel limite massimo dei costi ammissibili pari a 1 milione di Euro. Si considerano agevolabili anche le spese per servizi sostenute mediante soluzioni di cloud computing per la quota imputabile per competenza.”

I beni strumentali tecnologicamente avanzati sono solitamente software, applicazioni e licenze che fanno evolvere i propri processi, così da gestire tutto in maniera automatica.
In questo caso il limite massimo dei costi ammissibili è di 1 milione, a differenza dei beni strumentali materiali, dove il limite era di 10 milioni.

N.B. Tra i beni strumentali immateriali sono compresi strumenti come Sicuro.it, cioè software e applicazioni di gestione del personale, che utilizzano l’intelligenza artificiale!

Questo bonus si rivolge a tutte le imprese residenti nello stato italiano, e per quanto riguarda i beni materiali tradizionali è riconosciuto anche agli esercenti arti e professioni, alle partite iva a regime forfetario, alle imprese agricole ed alle imprese marittime.
Sono escluse le imprese in stato di liquidazione, fallimento, concordato preventivo senza continuità aziendale, altra procedura concorsuale.

Come si accede a questo bonus?
Sul sito del Ministero si legge:
“Per i beni tecnologicamente avanzati materiali e immateriali, le imprese sono tenute a produrre una perizia tecnica semplice rilasciata da un ingegnere o da un perito industriale iscritti nei rispettivi albi professionali o un attestato di conformità rilasciato da un ente di certificazione accreditato. Per i beni di costo unitario di acquisizione non superiore a 300.000 euro è sufficiente una dichiarazione resa dal legale rappresentante.”

Tutto va comunicato in maniera ovviamente digitale, inviando un’email a benistrumentali4.0@pec.mise.gov.it, e il modello di comunicazione lo potrete trovare al link: Decreto e modello di comunicazione.

Credito d’imposta ricerca e sviluppo, innovazione tecnologica, design e ideazione estetica

Il credito d’imposta viene concesso anche per quegli investimenti legati alla ricerca e sviluppo, innovazione tecnologica, design e ideazione estetica.

Andiamo a vedere, come nel caso dei beni strumentali, le caratteristiche di questo credito d’imposta, chi ne ha diritto e come fare per richiederlo.

Le aziende che possono richiederlo hanno le stesse caratteristiche esplicitate nel paragrafo precedente: è rivolto a tutte le aziende residenti sul territorio italiano ad eccezione di quelle aziende in liquidazione o fallimento, in concordato preventivo o già coinvolte in un’altra procedura concorsuale.

Quali sono le attività ammissibili e che vantaggi ci sono?

Il credito d’imposta è suddiviso in base a dove si decide di investire. Le differenze sono le seguenti:

  • Per attività di ricerca fondamentale, ricerca industriale e sviluppo sperimentale in campo scientifico e tecnologico il credito d’imposta corrisponde al 20% delle spese agevolabili nel limite massimo di 4 milioni di euro;
  • Per attività di innovazione tecnologica finalizzate alla realizzazione di prodotti o processi di produzione nuovi o sostanzialmente migliorati, il credito d’imposta è pari al 10% delle spese agevolabili fino ad un massimo di 2 milioni di euro, oppure al 15% delle spese agevolabili per un massimo di 2 milioni di euro in caso di attività di innovazione tecnologica finalizzate al raggiungimento di un obiettivo di trasformazione dei processi aziendali secondo i principi dell’economia 4.0;
  • Per attività di design e ideazione estetica finalizzate ad innovare in modo significativo i prodotti dell’impresa, il credito d’imposta è riconosciuto al 10% delle spese agevolabili fino ad un massimo di 2 milioni di euro.

Accedere a questo credito d’imposta è molto semplice. È sufficiente inserirlo nella dichiarazione dei redditi nell’anno in cui si è usufruito di ciò, e negli anni successivi, fino a quando non se ne conclude l’utilizzo.

Il modello di comunicazione dei dati e delle informazioni che trattano il credito d’imposta ricerca e sviluppo, innovazione tecnologica, design e ideazione estetica lo si può trovare al link: modello di comunicazione.
Il modello di comunicazione, firmato digitalmente dal legale rappresentante dell’impresa, va trasmesso in formato elettronico tramite PEC all’indirizzo cirsid@pec.mise.gov.it.

Andiamo ad analizzare il credito d’imposta formazione 4.0.

Credito d’imposta formazione 4.0

Il credito d’imposta dedicato alla formazione 4.0 include le attività formative relative a vendite e marketing, informatica, tecniche e tecnologia di produzione.
Le tematiche ovviamente sono quelle relative all’industria 4.0, per cui tutta la formazione che riguarda sviluppo tecnologico, interazione uomo macchina, digitalizzazione dei processi aziendali, ecc..

Andiamo a vedere i vantaggi.

Il credito d’imposta è riconosciuto in misura del:

  • 50% delle spese ammissibili e nel limite massimo annuale di € 300.000 per le micro e piccole imprese;
  • 40% delle spese ammissibili nel limite massimo annuale di € 250.000 per le medie imprese;
  • 30% delle spese ammissibili nel limite massimo annuale di € 250.000 per le grandi imprese.

In questo caso, a differenza del credito d’imposta per i beni strumentali, la discriminante per lo scaglionamento percentuale è la dimensione aziendale.

Le aziende alle quali si rivolge sono le stesse dei paragrafi precedenti.

La email del ministero al quale fare riferimento per inviare la modulistica che potete trovare al link: modello di comunicazione è formazione4.0@pec.mise.gov.it.

Andiamo a prendere in considerazione l’ultimo incentivo dedicato alla Transizione 4.0: il credito d’imposta Società Benefit.

Credito d’imposta Società Benefit

Analizziamo cosa prevedono gli incentivi per le società benefit.

Il sito del ministero dello sviluppo comunica che il credito d’imposta verrà concesso per il 50% delle spese di costituzione o trasformazione.
L’obiettivo di questo incentivo è ovviamente spingere gli imprenditori a prendere seriamente in considerazione questa nuova forma giuridica d’impresa.

Guardiamo a quali aziende si rivolge:

  • sono costituite, regolarmente iscritte e “attive” nel Registro delle imprese;
  • hanno sostenuto spese per la costituzione ovvero per la trasformazione in società benefit, a decorrere dal 19 luglio 2020 – data di entrata in vigore del decreto rilancio – fino al 31 dicembre 2021;
  • disponendo di una sede principale o secondaria, svolgono un’attività economica in Italia;
  • aziende che non siano in liquidazione o sottoposte a procedure concorsuali;
  • non rientrano tra i soggetti nei cui confronti sia stata applicata la sanzione interdittiva.

Le agevolazioni a ciascun beneficiario non possono superare il tetto massimo di 10.000 euro.

Le modalità di partecipazione ai bandi saranno rese disponibili dal ministero nei prossimi provvedimenti, attualmente purtroppo non ci sono notizie su come fare richiesta e quali documenti sono necessari.

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